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I MATERIALI DEL SEMINARIO:

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ALTRI MATERIALI:

I fiori di Gutenberg – Un testo per approfondire

Raccontare i luoghi invisibili – Officina Multimediale

L’indipendenza è senza significato – Marco Liberatore («Che Fare»)

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LA LISTA DEI PARTECIPANTI

Lanfranco Caminiti (giornalista, saggista)
Alberto Abruzzese (sociologo):
Aldo Bonomi (presidente Consorzio Aaster)
Ilaria Bussoni (DeriveApprodi Editore – consiglio direttivo ODEI / Osservatorio degli Editori Indipendenti)
Francesco Matteo Cataluccio (saggista e scrittore)
Marco Liberatore (CheFare)
Marco Baravalle (Sale Docks)
Paolo Caffoni (Edizioni Temporale)
Manuela Casiraghi (Macao)
Roberto Ciccarelli (giornalista, saggista)
Andrea Cortellessa (critico, saggista, docente)
Silvia Jop (Il Lavoro Culturale)
Francesco Maria Pezzulli (Associazione sudcomune)
Roberto Rosso (Officina Multimediale)
Luca Sossella (Luca Sossella editore)

L’invito al seminario.

Il seminario intende dare corpo e significato al concetto di “indipendenza” nell’ambito editoriale.

La questione di fondo è la seguente: che cos’è indipendente? Ovvero: cosa vuol dire “essere indipendenti”, o anche “agire da indipendenti”, nel mercato del libro? E, soprattutto, quali sono i diversi gradi di indipendenza nei vari ambiti della filiera (autori, editori, librai…)? Questi gradi sono fra loro conflittuali ed escludenti, oppure sono, invece, attuabili delle strategie che mettano le diverse “indipendenze” in cooperazione?

Possiamo avvicinare il tema dell’indipendenza editoriale da diverse prospettive. C’è la prospettiva “frontale” che parte dal libro, dal prodotto finale cioè, pienamente legata a un’idea di eccezione del lavoro editoriale; il libro cioè come prodotto speciale, unico. Il libro come generatore di percorsi di libertà, e come riproduttore di democrazia.
C’è poi la prospettiva del “processo” attraverso il quale il prodotto si costituisce, ossia l’insieme delle pratiche e dei valori (del lavoro) adottate per fare libri. Il processo del fare editoria come agire costituente del prodotto finale. Non, quindi, e comunque non solo, l’editoria indipendente, e con essa il libro, come prospettiva privilegiata ma tutto l’agire produttivo come snodo fondamentale dentro il quale cambiare l’ordine del discorso della produzione editoriale.
Entrambe le prospettive saranno esposte, indagate, sviluppate.

L’idea di questo seminario è scaturita durante la fiera Book Pride di Milano, incentrata sul tema dell’indipendenza. Nonostante l’efficacia dell’evento e il successo di pubblico riscontrato, quello che è apparso chiaro, successivamente, è che la formula «bibliodiversità contro l’omologazione» non ha avuto la capacità di svilupparsi in una successiva narrazione, rischiando di ridursi quasi a uno stanco e inutile ritornello.
Per questo motivo abbiamo posto la necessità di interrogare e interrogarsi a fondo su un possibile percorso di cooperazione tra quei soggetti e quelle realtà associative che quotidianamente animano gli scenari dell’indipendenza culturale: autori, editori, produttori, distributori, promotori, librai e operatori culturali. Con l’obiettivo di costruire un nuovo discorso, una nuova narrazione e anche un programma, perché no, dell’editoria indipendente.

A fronte di questa necessità, il seminario da noi immaginato mira fin da subito un risultato concreto: avviare un percorso che deve portare alla costruzione della programmazione culturale della prossima edizione della fiera degli editori indipendenti. Ecco, noi, su questa specifica importante questione, proponiamo un metodo diverso e per molti aspetti opposto a quello abitualmente in uso in queste occasioni, perché basato su una concezione includente, volta a ottenere una partecipazione la più ampia possibile alla definizione della programmazione culturale di un evento di indipendenza di rilievo nazionale.
Con questo, però, non intendiamo certo sostenere che il seminario del 3 ottobre possa e debba essere il luogo decisionale della programmazione culturale della seconda edizione di Book Pride: dovrà piuttosto rappresentare il suo avvio, costituire un importante momento dell’istruzione dei suoi contenuti innovativi attraverso un confronto aperto, trasversale, collettivo.

Da questo obiettivo seguono anche delle modalità concrete di organizzazione della giornata di riflessione. Quel che ci immaginiamo è la definizione, nel corso della mattinata, di una mezza dozzina di relazioni, capaci di rendere conto dello stato della cultura editoriale in Italia, e analizzare cause e prospettive delle trasformazioni in atto, chiarendo il ruolo che, in questo contesto, possono ritagliarsi i progetti indipendenti. A seguire, nella prima parte del pomeriggio, vorremmo dare spazio a interventi progettuali e alla raccolta di esperienze già in essere, aprendo infine alle interlocuzioni e al dibattito.

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